Dacia Maraini sulla la lettera di Sr Rita a Papa Francesco

Dacia Maraini sulla la lettera di Sr Rita a Papa Francesco

Corriere della Sera 22 marzo 2016  di Dacia Maraini

Una bellissima e amorosa lettera è partita dalle terre dei fuochi verso il Vaticano. Ma non ha avuto risposta. La lettera è stata scritta da suor Rita Giaretta che da vent’anni è in missione a Caserta dove, «insieme alle mie consorelle abbiamo dato vita a Casa Rut,

Dacia Maraini con Sr Rita all'ITIS Buonarroti

Dacia Maraini con Sr Rita all’ITIS Buonarroti

un luogo di accoglienza per donne, spesso minorenni, spesso incinte o con figli piccoli, per lo più vittime di quell’infamia che è la tratta delle donne».

Suor Rita racconta che, mentre viaggia in treno per Roma, immagina di rivolgersi a papa Francesco: «pensavo a te, ai tuoi gesti, alle tue parole, ma anche ai tuoi silenzi, al tuo coraggio, al tuo essere oggi per noi trasparenza, cuore, cammino dell’amore di Dio, manifestatosi in Gesù che per amore si è fatto servo di noi». Qualcuno sostiene che «“presto finirà la ricreazione”», riferisce suor Rita, ma quale ricreazione, se un attivo ed esigente Papa continua a chiedere di «lavorare la vigna del Signore?».

Il fatto è che suor Rita, come tante altre sorelle, è accorsa a zappare e fertilizzare la vigna. Ma per quanto fatichino, la loro parola è muta all’interno di una Chiesa tutta governata da persone di sesso maschile. «Eppure nelle Scritture si parla di una misericordia che nasce “dall’utero di Dio”», continua suor Rita, «quindi Dio è madre oltre che padre… Ma questa assenza di donne, oso dire questa diseguaglianza, non tradisce il Vangelo di Gesù?» si chiede umilmente suor Rita ,«la Chiesa non è Casa di tutti e per tutti anziché proprietà esclusiva di alcuni ?»

«Caro Francesco, fra le tante rivoluzioni che sei chiamato a portare avanti, credo che questa sia una delle sfide più importanti e necessarie: liberare la chiesa da quell’immagine che sa di autorità, privilegio, potere sacrale, dominio e restituirle il volto luminoso e trasparente di Dio madre e padre, il volto divino di Gesù che parla di vita,di compassione, di misericordia».

La sincera e rispettosa lettera certamente esprime un largo mondo femminile sommerso, generoso sempre e disponibile, silenzioso e attento, ma privo di una parola decisionale. Suor Rita introduce la necessità di «nuove resurrezioni» all’interno di una Chiesa oppressa da tanti scandali e regressioni. Non sarebbe giusto e doveroso rispondere a chi, con tante altre coraggiose sorelle , lavora oggi in silenzio e con abnegazione le vigne del mondo?

http://www.corriere.it/cultura/16_marzo_22/lettera-suor-rita-una-chiesa-donne-8184efce-ef7d-11e5-9957-88f22239b898.shtml