La nostra missione

pannello salone di Casa RutCasa Rut è nata nel 1995

• in risposta alle provocazioni della storia di oggi;
• per una incarnazione del Vangelo della Carità
• in fedeltà alla missione specifica della nostra famiglia religiosa:


Nelle realtà sociali in cui operiamo abbiamo particolare attenzione alle situazioni di povertà e di emarginazione femminile prodotte dall’ingiustizia e dalla debolezza umana, conseguenze del peccato personale e sociale. Favoriamo la presenza responsabile della donna nella società, a vantaggio dei processi di umanizzazione che delineano la civiltà dell’amore.
(Dalle Costituzioni delle Suore Orsoline scm)

Dentro un territorio segnato dal dramma della disoccupazione, da una forte presenza della camorra, da forme di illegalità diffuse, dal degrado ambientale e dal malgoverno della politica, Casa Rut si fa PRESENZA e TESTIMONIANZA di una progettualità culturale a difesa della ‘madre terra’ e dei tanti “affaticati e oppressi”, in particolare del mondo femminile, operando scelte e promuovendo percorsi di legalità, di giustizia, di riconciliazione e di pace.

M_GiovannaLa ricerca costante di incarnare nell’oggi il dono carismatico della nostra Fondatrice, M. Giovanna Meneghini, la quale dall’incontro vivo con Gesù, sentiva dilatare i confini della sua interiorità e della sua esistenza da farle sentire il palpito di un cuore grande bastante per abbracciare il mondo per noi, comunità Rut, ha preso il volto dell’accoglienza.

ACCOGLIENZA della storia, dei segni dei tempi che l’attraversano e la scuotono, quali il grande movimento di popoli che ci portano religioni, tradizioni, culture differenti, ‘obbligandoci’ a vivere l’esperienza di fede non come esperienza di stabilità, di tranquillità, di separatezza, ma di movimento, di ricerca, di coraggio di entrare,di stare dentro la storia, di abitare la vita.

Trovare e FARE CASA è da sempre il sogno di Dio. Ma Dio, anche oggi, ha bisogno di trovare donne e uomini sognatori. Ecco che per noi, comunità Rut, l’accoglienza ha così assunto il volto di una casa. Casa Rut, uno spazio protetto che parla di liberazione, di dignità, di giustizia, ma anche di tenerezza e di bellezza per tante giovani migranti, spesso con in grembo un figlio, vittime di quel ripugnate fenomeno che è la tratta delle donne a scopo di abuso sessuale. Giovani donne, a volte minorenni, dell’est Europa e in particolare dell’Africa, ingannate, vendute, comprate e poi buttate sulle nostre strade come oggetti usa e getta, come merce da comprare per soddisfare la domanda di sesso a pagamento di tanti, troppi, clienti: giovani, fidanzati, padri di famiglia e anziani i quali, con il loro comportamento mascherato di ipocrisia, continuano ad alimentare questa ignominiosa forma di schiavitù.

Copia di ale 054Ma l’incarnare il Vangelo, oggi, è per noi anche VIGILANZA. Avere occhi, cuore e intelligenza per esserci nella chiesa, nel territorio e costruire insieme “reti” che con coraggio pratichino i valori della giustizia, della legalità, del rispetto e del riconoscimento dell’altro, della dignità di ogni persona. Esserci, riconoscendo e lottando per i diritti dei senza voce, per i diritti di queste giovani donne, relegate ai margini delle strade e delle periferie provocando e stimolando istituzioni, comunità, famiglie, singoli a riprendere il volto dell’accoglienza. Lavorare per il riconoscimento e il rispetto dei diritti significa superare le logiche dell’assistenzialismo, dell’emergenza, del favore clientelare che sono sempre dei cappi al collo che tengono le persone nella dipendenza e nella non libertà.

Ed ecco allora un invito alla SPERANZA. Invito a perderci dentro la realtà, dentro le storie concrete delle persone, dei poveri, di queste donne migranti per trasformare, con loro, i luoghi di fatica, le esistenze piegate dal dolore e dalla violenza in luoghi e in esistenze liberati e abitati dalla speranza. Impastarci, come il lievito dentro la pasta, per poi ritrovarci insieme nella fragranza del pane maturo, sostegno e profumo per il cammino di una vita sempre nuova.