Carovana della pace a Caserta

Carovana della pace a Caserta

La Carovana missionaria della Pace   è al suo quarto giorno di marcia nella regione Campania. Fitti gli appuntamenti, gli incontri, le riflessioni, le preghiere dei carovaneri (decine e decine di giovani, laici, suore, missionari da otto regioni d’Italia) in viaggio per dimostrare a fatti e non a parole che “cambiare si può”.    <<il rischio è quello di vivere nel tempo dell’assuefazione, una tattica che ci ha anestetizzato>> ha detto suor Elisa Kidanè .Come non avere la certezza che il cambiamento sociale e umano sia già in atto, ad esempio a Caserta, quando si entra nella Cooperativa sociale neWhope realizzata grazie alle suore orsoline?Qui il sogno è realtà. Una vera e propria sartoria etnica, dove ragazze spesso giovanissime, sfuggite all’inferno della tratta delle schiave dal Nord Africa , e al giro della prostituzione in Campania, finalmente libere, possono esprimere se stesse.
La Carovana ieri le ha incontrate, ha ascoltato le loro storie di schiavitù e di rinascita e la testimonianza di suor Rita Giaretta che gestisce anche l’accoglienza a Casa Rut .  <<Andiamo avanti a testa alta perchè siamo libere>>, ha detto. Le donne della Cooperativa adesso sono libere davvero: lavorano creando piccoli oggetti con le stoffe colorate africane (borse, astucci, portapenne rifiniti e richiestissimi, con il logo  neWhope ), sono ben retribuite, imparano a lavorare  a macchina, tornano a rivivere.

Grazie al riconoscimento della diocesi e all’uso di stategie che ‘garantiscono’ contro qualsiasi ritorsione da parte della criminalità organizzata, la Cooperativa non è mai stata attaccata nè ‘disturbata’. Ma il racket della prostituzione non si ferma e colpisce oggi come dieci anni fa. Almeno trecento ragazze in questi anni si sono rivolte sia alla struttura d’accoglienza che a NeWhope per allontanarsi dall’incubo della prostituzione. Il progetto nasce nel 1995 con Casa Rut e in questo lasso di tempo ne ha viste di tutti i colori: ha alimentato anche gli appetiti della politica locale: <<e allora abbiamo avuto il coraggio di dire no e di non accettare alcuni finanziamenti che ci venivano proposti>>, come quello della provincia nel 2002. La Cooperativa si sostiene grazie ad una rete di persone che acquistano i prodotti.

<<La libertà è un grande valore e ce la siamo conquistata>> ha ribadito la religiosa. <<Nella vita devi combattere, non serve piangerti addosso>>, ha raccontato una delle ragazze. <<Io so che quando chiamo Casa Rut loro ci stanno. Mi sento forte, questa Casa è diventata la mia famiglia>>.

Rita Giaretta racconta però anche che <<a rischiare all’inizio sono proprio le ragazze. Alcune di loro  sono state riprese dai loro ‘protettori’ e qualcuna è tornata. Le abbiamo trovate con i segni delle torture addosso>>. Rimanere, combattere, non cedere, rinascere costa fatica anche a loro: la schiavitù è un inganno. Le donne arrivano dal Nord Africa con la promessa di un lavoro e di una vita migliore, ma ben presto scoprono che i loro ‘liberatori’ altri non sono che criminali. Così si ritrovano con debiti enormi sulle spalle: 50 mila euro di debito da scontare per pagarsi il viaggio, la casa, la sussistenza.

E allora sono costrette a vendere il proprio corpo. Nessuna di loro lo vuole, ognuna di loro è obbligata dal debito che grava sulla sua testa: <<ad un certo punto queste donne non sanno più chi sono, dicono di sentirsi come animali>>. La paura le domina.

Gli uomini che hanno teso loro ‘la trappola’ diventano padroni dei loro corpi e talvolta dei loro pensieri. Uscire dal giro richiede coraggio e volontà.

I carovanieri  intanto proseguono la marcia, guidati anche da Padre Alex Zanotelli : continuano  a raccogliere storie, esperienze, testimonianze di vita: nel suo giro per i luoghi della nuova schiavitù in Campania la Carovana missionaria ha incontrato il 25 settembre , i migranti di Castelvolturno, al Centro Fernandes , una struttura gestita dai missionari comboniani con l’obiettivo di favorire l’accoglienza dei migranti e il dialogo tra le culture.

A Castelvolturno vivono migliaia di migranti, provenienti dalla Nigeria, dal Ghana o da altri paesi africani. Molti lavorano nei campi, le donne sono impiegate spesso come badanti, tutti devono in qualche misura fare i conti con organizzazioni criminali radicate nel territorio. Alla Carovana partecipano i comboniani con padre Alex Zanotelli, Missio Giovani con Alex Zappalà, realtà dicoesane delle 8 regioni italiane, associazioni del panorama della Chiesa dal basso. ( Ilaria De Bonis )

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carovanieri per una nuova speranza

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FOTO STEFANO E MARTA 052

vescovo Farina, Cecile Kyenge, Sr Rita