A Caserta, le microstorie di Antonio Armenante

A Caserta, le microstorie di Antonio Armenante

“….Sono microstorie (quelle raccontate nel libro) così avvolgenti e sconvolgenti.
Mi sento contestato. Dov’è “la chiesa povera per i poveri” di Papa Francesco?
Quanti peccati di omissione rendono inquieto il mio ministero!” Raffaele Nogaro

Presentato venedì 13 febbraio c/o la Tenda di Abramo, “Anche Dio lavora…e noi non gli mettiamo i contributi” è un libro edito da Area Blu di Cava dei Tirreni, con una forte impronta etica, scritto da Antonio Armenante. 
Si tratta di un racconto-inchiesta, sull’esperienza vissuta direttamente dall’autore, come volontario attivo tra i senza fissa dimora di Salerno e dintorni.
Armenante è dirigente nazionale di Pax Christi (Movimento Cattolico Internazionale per la Pace) ed è un fautore della pace.

Chi volesse acquistare “Anche Dio lavora…e noi non gli mettiamo i contributi” può trovarlo in tutte le edicole di Cava dei Tirreni e presso l’edicola di Salerno “La Bottegaia”, accanto alla Chiesa del Volto Santo, o può richiederlo mandando una mail all’autore all’indirizzo armenante.antonio1@hotmail.it.

 

Una storia…

Fip, anche lui originario dell’Est europeo, stava male e aveva le vertigini.
Aveva avuto un incidente sul lavoro. Era caduto da un’impalcatura ed era stato in coma per molto tempo e sei mesi in Ospedale È un operaio edile molto specializzato.Avendolo accompagnato pila volte dalla Dott. Anita e nelle strutture sa­nitarie e frequentandolo con una certa costanza, ho cominciato a cono­scerlo meglio.É molto buono e ha grande dignità. Ha cominciato a bere, anche se spes­so ha la forza di smettere per lunghi periodi, con la speranza che cambi qualcosa, ma non migliora nulla, né in un senso né nell’altro. E va avanti così.Mi ha raccontato che lui quando aveva lavoro aiutava anche gli altri. “Ora però solo strada, stazione e smetti di pensare domani. ” Non ha perso però la fede in Dio.”Noi uomini continuamente vendiamo suo Figlio. Non ho perso la voglia di ringraziarlo. Ogni mattina, quando mi sveglio, la prima cosa mi tolgo cappello.”L’ultima volta lo trovai in preda ad una depressione totale, ma era or­goglioso perché erano tre settimane che non beveva e stava girando per trovare lavoro.Ma non trovava spiragli.E la sera tornava nella sua “dimora”: una casa abbandonata piena di calcinacci, dove mancava tutto. Ormai non lo vedevo da varie settima­ne. Una sera, mentre facevo il mio solito giro per strada, incontrai lui e Pari. Erano spaventati e ridotti in malo modo. “Trovato lavoro. LavoratoNon potevamo muoverci da 1 11 primo mese niente paga, pure se promesso soldi alla fine dell’altra settimana. Quando noi chiesti soldi, ci hanno intimoriti e cacciati via. Non avevamo nemmeno documenti.” Era ancora tutto impaurito. Scoppiò a piangere.Asciugatosi il volto, aggiunse: “Signor Antonio, come fa Dio a sostenere tali persone?”

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foto dell’incontro alla Tenda di Abramo venerdì 13 febbraio 2015