Francesco e i pentecostali * presentazione del libro

Francesco e i pentecostali * presentazione del libro

Il 28 luglio 2014 Papa Francesco ha compiuto un getso destinato a rimanere nella storia: è andato a Caserta a far visita al suo amico Giovanni Traettino, pastore pentecostale della Chiesa della Riconciliazione. Vincendo la resistenza dei protocolli e della diplomazia, papa Francesco ha affermato il primato della libertà della coscienza e della relazione. A partire dai discorsi pronunciati in quell’occasione dal papa e dal pastore, gli autori – Raffaele Nogaro (vescovo emerito di Caserta) e Sergio Tanzarella (ordinario di Storia della Chiesa) presentano il senso profondo di quell’incontro richiamando anche le dolorose vicende delle persecuzioni subite dai pentecostali in Italia negli anni del fascismo e nel primo decennio della Repubblica ad opera anche di non pochi cattolici. Persecuzioni per le quali il papa a Caserta  ha chiesto perdono.

10 dicembre 2015 – Presentazione alla libreria Feltrinelli di Caserta
Intervento di Sr Assunta Pavanello

OK

Adriana d’Amico, il pastore Traettino, Sergio Tanzarella, Sr Assunta Pavanello

Grazie a Sergio Tanzarella che mi ha dato l’opportunità, di accostare, vorrei dire con il cuore soprattutto, questo libro che io considero una vera perla, un piccolo tesoro. Innanzitutto per la bellezza che vi traspare e poi per i contenuti ricchi, profondi, freschi, stimolanti, pieni di vita e di sapienza com’è la forza dell’umano e dell’evangelo che vi traspira.
La bellezza del testo appare fin dalla foto di copertina efficace e lieve. Il pastore Traettino sembra andare incontro a papa Francesco a passo di danza. E’ chiara l’espressione della gioia intima e profonda dell’amicizia, che riempie di commozione e di gaudio, e dilata il cuore e le potenze dell’animo.
Dilata il cuore e dà gioia, fin dalla prima pagina, l’indirizzo di Traettino all’amico vescovo Nogaro. Credo che è raro leggere un profilo umano, amicale, evangelico e profetico come questo dell’amico Traettino all’amato fratello Raffaele. Nasce dalla profondità del cuore e della vita, da una consonanza di ideali, di passioni, di impegni.
Fratello, scrive Traettino, hai amato la mia passione per Cristo, il mio cuore tutto avvinto al Signore. Ed hai amato questa nostra terra amara, le sue albe e le sue passioni, le sue fragilità e i suoi dolori. E li hai fatti tuoi. Hai sposato questa terra, ne hai amato i dolori. Col suo profumo starai sempre alla presenza del Signore!
Meraviglioso e ineffabile! Non si può commentare, si può soltanto gustare e trarne degli insegnamenti.
Bisognerebbe leggerlo interamente questo indirizzo, perché la bellezza e il godimento spirituale che produce in noi, è dovuto ad esperienze profonde, frutto veramente dello Spirito e della sapienza di Dio. E’ la sapienza che forma amici di Dio e profeti è detto nella Scrittura ( Sapienza ,27). La sapienza è uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà. Essa tutto rinnova e attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti.
Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza.
E veri amici di Dio e profeti mi appaiono in questa luce e in questa testimonianza, papa Francesco, e i vescovi Giovanni e Raffaele. Tre fratelli innamorati di Cristo, e dell’uomo, dell’uomo e della donna, tre persone libere da tutto e da tutti, testimoni di ciò che vale, di ciò che è veramente umano e quindi divino ed eterno.
Nogaro scrive che il più grande dono che lo Spirito Santo ha fatto a Caserta è la visita di papa Francesco al pastore evangelico. Sì, è stato un fatto eccezionale, unico, un puro dono, dono gratuito, fuori da richieste, da protocolli, o da necessità, o programmi. E’ un frutto dello Spirito, è un frutto dell’amore di amicizia e del dialogo.
E Traettino scrive: ci incontrammo conversando amichevolmente. Eravamo coscienti di essere testimoni e, per un disegno misterioso della Provvidenza, anche protagonisti di un evento che avrebbe fatto storia.
L’evento fa davvero storia e indica una strada, i presupposti per ogni discorso e azione ecumenica: amicizia e dialogo. Anche l’amicizia di Dio con l’uomo, l’incarnazione, la sua rivelazione e umanizzazione è l’evento centrale della storia della salvezza. È IL GRANDE EVENTO. E nell’amicizia c’è stima, valorizzazione, fiducia, libertà, empatia e condivisione di ideali, nel dialogo c’è ascolto e attenzione all’altro e ai suoi punti di vista. Nel vero dialogo non c’ è pregiudizio, nè giudizio, ma accoglienza e discernimento. Il papa per primo ma anche questi due amici di Dio e profeti ce ne danno esempio. Penso che l’incontro e la valorizzazione delle Chiese cristiane e delle altre confessioni di fede da parte di papa Francesco siano la via più sicura per il dialogo ecumenico e per un cammino di unità.
E l’incontro di Caserta è un segno forte in questo senso ed è una promessa.
Ma tutto si conquista nella pazienza e nella costanza di piccoli passi.
Mi è venuto spontaneo in questa stagione della Chiesa di ripensare spesso al Concilio che io ho vissuto da giovane suora come grande apertura e speranza di futuro e sentire oggi nella presenza e nei gesti di papa Francesco una nuova primavera per la Chiesa, lui da solo con la forza del vangelo testimoniato e vissuto sembra operare quanto un nuovo Concilio.
Io ricordo quanto è stato importante la scoperta del dialogo nel Concilio e nel dopo Concilio, ma quanto è stato difficile. Quante tensioni tra progressisti e conservatori all’interno della Chiesa, pro e contro le aperture del Concilio, come ora pro e contro Francesco: Anche nelle congregazioni, per la mia esperienza c’è stato un grande travaglio. Non c’era dialogo, c’era la formazione all’attende tibi. Alla scuola del Concilio apprendemmo a dialogare nello spirito, a condividere la preghiera, a praticare la lectio divina a ripensare alla chiesa e al suo rapporto con il mondo. Era una novità, una rivoluzione copernicana. Prima del Concilio vaticano, era naturale pensare che la salvezza era soltanto nella Chiesa, poi si maturò la certezza che lo spirito soffiava dalla Chiesa al mondo, ma anche dal mondo alla Chiesa, poiché i semi del Verbo si possono trovare ovunque. Veramente, all’interno delle religioni e delle diverse culture c’è una realtà di grazia (“semi del Verbo”) che porta verso l’incontro esplicito con Cristo.
Mi auguro che a Caserta dove esiste da tempo, anche per la sensibilità del padre Nogaro e del vescovo Giovanni Traettino questa bella realtà di dialogo e di amicizia fraterna tra cattolici e pentecostali, essa si possa approfondire e crescere ed essere di stimolo per nuove esperienze. E’ un germoglio di speranza per le nostre chiese. E ci auguriamo che nello stesso tempo ci sia collaborazione su più terreni, quello della testimonianza in città, della solidarietà e dell’amore tra noi come cristiani, quello della cultura, quello della pace e quello dell’impegno a favore dei poveri. (Traettino).
Certo si tratta di passare dalle parole ai fatti. La visita di papa Francesco ai pentecostali è una grande provocazione per noi.
Circa le pagine scritte da Nogaro che cosa si può dire? Moltissimo, lui fa sempre risuonare la parola. Sono pagine che mettono in evidenza innanzitutto lo stile di pastore di papa Francesco, di cui Nogaro è innamorato e il cui stile è suo da tempo, mette in evidenza il suo modo di incarnare il vangelo come progetto di vita e di valori alternativi a quelli della logica dominante, un progetto di vita e di servizio ai più svantaggiati e poveri, un progetto di misericordia e di amore. E sull’amore le citazioni bibliche sono ricchissime, particolarmente in alcune pagine del vangelo di Luca dove è indicato il vangelo della misericordia.
Amate, fate il bene, benedite, date, usate misericordia, perdonate, pregate, non giudicate, non condannate, annunciate il vangelo della grazia di Dio.
E’ un testo di formazione cristiana autentica ed evangelica, è un direttorio della carità vissuta.
Lo stile di vita del discepolo di Cristo, oggi, viene espresso dal modo di comportarsi di papa Francesco, il papa della periferia e della frontiera. I suoi gesti sono fatti di umiltà, di empatia, non di proselitismo, ma di attrazione, non di spirito di conquista, ma di donazione e di amore.
E di quanto scrive Sergio Tanzarella, mi piace sottolineare la sua affermazione, quando presente con sr Rita all’incontro di papa Francesco con i Pentecostali dice: ebbi la sensazione di essere alla vigilia di un evento storico, ebbi anche tempo di pensare a lungo quanto il luogo che ci ospitava fosse una metafora chiara della condizione più autentica e credibile per la Chiesa. Un tempio in ricostruzione, un edificio aperto da tutti i lati come dovrebbero essere tutte le chiese e come dovrebbe essere la Chiesa secondo Francesco.
L’incontro di Caserta, l’andare incontro ai pentecostali senza calcoli, diplomazie e strategie – prima di tutto fratelli e sorelle – era l’occasione per offrire una testimonianza esemplare della necessità di prendere l’iniziativa, di fare il primo passo, di offrire misericordia e di chiedere il perdono.
E siamo nell’anno della misericordia….
Ci sono molti motivi per noi per aprirci allo Spirito, pregare, testimoniare e sperare in una chiesa più aperta, più inquieta e meno addormentata.

 

15 Gennaio 2016 – Presentazione alla Pontificia Università Gregoriana di Roma

Alla presenza del Magnifico Rettore della Pontificia Università Gregoriana P. François-Xavier Dumortier
Sono intervenuti con gli autori Raffaele Nogaro e Sergio Tanzarella,Raniero La Valle già direttore de L’avvenire d’Italia, Cettina Militello Pontificio Ateneo sant’Anselmo, Giovanni Traettino Chiesa evangelica della Riconciliazione. Moderatore P. Nuno da Silva Gonçalves S.J. Decano della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

Al vescovo Raffaele

Amato fratello mio
ho letto i tuoi “pensieri” carichi di vangelo,
portati con mente generosa fino ai confini del tempo,
sofferti con cuore doloroso anche fuori dal campo .

Ti ho sentito compagno in questa terra di confine,
e ti ho scoperto fino in fondo donato
col cuore intero intriso di Cristo.
E ho abitato la tua stanza nuda,
le tue vesti consunte.
Ho indovinato le tue lacrime segrete
in quel tuo cuore scavato
dai fiumi segreti del regno,
sotterranei come quelli del tuo amato Carso.

E mi porto dentro il tuo abbraccio fraterno,
i nostri colloqui bagnati di speranza,
la trasparenza profonda del tuo cuore,
le tue luci improvvise, i nostri improvvisi pudori.

E la tua passione per la pace,
le croci del venerdì santo,
lo sguardo trafitto dal futuro del regno,
il cuore già arreso nelle mani del Re.

Amico sei stato e carissimo.
Fratello hai amato la mia passione per Cristo,
il mio cuore avvinto tutto al Signore.

Ed hai amato questa nostra terra amara,
le sue albe e le sue passioni,
le sue fragilità e i suoi dolori.
E li hai fatti tuoi.
Hai sposato questa terra,
ne hai amato i dolori
Col suo profumo starai per sempre
alla presenza del Signore. Giovanni Traettino – (Francesco e i pentecostali – pag5)

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