Vieni, nasci ancora Dio di tenerezza.

Vieni, nasci ancora Dio di tenerezza.

Un nuovo tempo di Natale viene a visitare le nostre vite, un nuovo tempo di Natale viene a ricordarci la preziosità delle nostre esistenze, un nuovo tempo di Natale viene a scuotere i nostri torpori e risvegliare le nostre coscienze addormentate, ri-consegnandoci il coraggio e la speranza di ricominciare, di rinascere guardando all’infinita tenerezza del Dio Bambino.
«Cos’è la tenerezza? È l’amore che si fa vicino e concreto. È un movimento che parte dal cuore e arriva agli occhi, alle orecchie, alle mani. […] La tenerezza è la strada che hanno percorso gli uomini e le donne più coraggiosi e forti». La tenerezza è la voce dei «più piccoli, più deboli, più poveri che debbono intenerirci: hanno “diritto” di prenderci l’anima e il cuore. Sì, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarli».  (Fratelli Tutti, 194)
Possa, allora, questo nuovo tempo di Natale essere significativo, fecondo, vivificante per ciascuno di noi. Possa, questo spazio di vita, rinnovare l’invito a contemplare la bellezza del Mistero dell’Incarnazione, del Dio Amore che sceglie di farsi tenera carne. Possa ricordarci che «al di là di qualsiasi apparenza, ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita. È bello essere popolo fedele di Dio. E acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi!» (Fratelli Tutti, 195)
Carissime/i, noi sorelle della comunità di Casa Rut, vi raggiungiamo in questo Natale, per raccontare di nuovo, insieme a voi, il nostro desiderio di Vita, il nostro desiderio di prenderci cura di quella parte di umanità che il Signore dona ai nostri cuori, alle nostre mani. Chiamate ad essere sorelle per tutti, con ciascuno di voi, amiche ed amici, vogliamo affidare al Dio di tenerezza la disponibilità a divenire tenacemente messaggere di Vita, donne capaci di coniugare concretamente il verbo nascere nel tessuto della nostra quotidianità. Sorelle che innescano processi di nascite per narrare la bellezza dell’Incontro.
Papa Francesco, tante volte ha invitato a far crescere una cultura dell’Incontro, che vada oltre le dialettiche che mettono l’uno contro l’altro. «La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita».  È uno stile di vita che tende a formare quel poliedro che ha molte facce, moltissimi lati, ma tutti compongono un’unità ricca di sfumature, perché «il tutto è superiore alla parte».  Il poliedro rappresenta una società in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda, benché ciò comporti discussioni e diffidenze. Da tutti, infatti, si può imparare qualcosa, nessuno è inutile, nessuno è superfluo.  (Fratelli Tutti, 215)
Il Natale ci aiuti a divenire “Casa Accogliente” abitata da donne e uomini di tenerezza capaci di sguardi di benevolenza, capaci di vivere gesti di prossimità, capaci di ascoltare il cuore. Donne e uomini capaci di rinnovare l’entusiasmo alla Vita appassionandosi dell’umanità tutta e delle sue ferite, donne e uomini attenti alla cura del creato, del Bene comune per essere pienamente testimoni del Dio Amore.

Buone feste a tutti!

Sr. Agnese, sr. Dominique, sr. Flora – mamme e bambini di Casa Rut