Mostra Fotografica ''four rooms a sud del mondo''

Mostra Fotografica ”four rooms a sud del mondo”

Dal 15/31 marzo si è tenuta presso l’ Arterrima Contemporary House Gallery sita in Corso Trieste 167 a Caserta, la mostra “ Four rooms: a sud del mondo ” del fotografo Giovanni Izzo curata da Matteo De Simone, psicoanalista ordinario e responsabile culturale dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Psi.).1904220_10201493449407403_1658930678_n

La mostra vuole essere un omaggio a Giovanni Izzo il fotografo più attento all’insediamento della comunità africana nell’entroterra campano, una vera e propria enclave che quasi mai è stata trattata dai media italiani senza cadere nel pregiudizio e nella retorica. La mostra si articola su quattro soggetti, uno per ogni stanza, ognuna con un presentatore diverso: “Architettura”a cura di Raffaele Cutillo architetto, “Domitiana finis terrae” del filosofo Lucio Saviani, “ Matres” di Matteo De Simone psicoanalista e “Affetti” dalla traduttrice Anouck Vecchietti Massacci. Izzo ritrae la quotidianità del popolo africano che in un contesto già difficile cerca un nuovo inizio , le sue foto diventano uno strumento “. ..non pura documentazione ma narrazione che diventa empatia e impegno sociale.

1901140_10201493449367402_1134212969_nUn fotografo dunque che non si nasconde dietro la sua macchina ma anzi la usa come strumento di dialogo e di introspezione, con il rispetto e l’umiltà necessaria e fondante per incontrare e lasciarsi incontrare, nel rispetto delle differenze alla ricerca delle similarità, di una possibilità di uno scambio

 

 

 

MX-C311_20140402_160027Immagini di donne costrette a lasciare la terra originaria per povertà, persecuzioni, per fuga dal genocidio, subendo così una rottura della continuità dell’esistenza, racconta della loro possibilità, attraverso la gravidanza e la nascita di un figlio, di ricreare se stesse e la vita, coltivando e seminando una speranza di un futuro diverso. Sono foto che hanno un’assoluta levità, comunicando le emozioni profonde, l’intensità della diade fondamentale madre-bambino matrice di ogni cosa. Le luci ricordano Caravaggio, gli occhi sono illuminati di promesse, i bambini guardano il domani, e possono fantasticare di aver trovato la loro terra, la primigenia è il corpo della madre che è la stessa di tutti.

Giovanni Izzo segue anime migranti nel loro attraversare spazi mentali e fisici, che non sono più paese d’origine, ma che non sono ancora una nuova casa. In questo altrove, i riti, le feste, le cerimonie, gli oggetti più cari permettono di preservare gli affetti profondi,le memorie e di elaborare le perdite, la frammentazione, la lontananza.

MX-C311_20140402_160110Una nuova identità, seppur ancora sospesa, incontra le cose di qui, produce tensioni, conflitti, confronti, generando così una comunità che arricchisce tutti. Noi e loro.

E loro sono l’oro e Giovanni Izzo se ne è accorto.

 

 

1011048_10201495540259673_150967596_n