La capacità e la voglia di accogliere per tessere legami con l’altro

La capacità e la voglia di accogliere per tessere legami con l’altro

L’esperienza di Giulia ,ospite di Casa Rut per 10 giorni

Restare umani:

Il senso di queste due parole penso che ciascuno lo debba ricercare personalmente per trovare quella che sente esserne l’essenza: per me restare umani significa ricordare, ricordare di non perdere la capacità e la voglia di accogliere per tessere legami con l’altro, di fermarsi non a debita distanza ma di farlo correndo quel bellissimo rischio di avvicinarsi, di lasciarsi toccare e in qualche modo trasformare dall’altro, pur con le nostre fragilità, i nostri errori, il nostro essere imperfetti. Restare umani: ricordare per  accogliere e tessere legami. Lasciarsi trasformare nel Bene.

Quindi, a chi è sempre di fretta, a chi non vuol sentire, a chi pensa che il problema sia l’altro,  vi dico fermatevi. Provate a guardare queste persone negli occhi, ad accennare ad un saluto o ad un sorriso, a non arrabbiarvi se questo qualcuno vi chiede un’informazione e magari non capisce perché arriva da un altro Paese  e ancora non parla bene quella che è una nuova  lingua. Provate a ricordare che oltre ad un colore della pelle o all’accento diverso c’è una persona. Provate a immaginare in che modo questa persona è arrivata qui, perché, se ha famiglia e se questa è rimasta in un altro Paese. Provate a chiederle quali sono i suoi sogni, le sue speranze.

Provate a fermarvi a Casa Rut, salite le scale, suonate il campanello e attendete: non tarderà ad arrivare qualcuno ad aprirvi la porta e ad accogliervi, così come siete, con il più bello, autentico e semplice dei sorrisi … e il significato di quelle parole, pian piano, si farà strada da sé.

Giulia