DENUNCIA: «Ultimi e indifesi ridotti a strumento di ricatto»

DENUNCIA: «Ultimi e indifesi ridotti a strumento di ricatto»

Migrantes, Pax Christi e Libera esprimono la loro ferma condanna per quanto sta accadendo nel porto di Catania in un comunicato congiunto (mercoledì 22 agosto)

Manifestazione a Lampedusa: porto aperto per Diciotti (Ansa)
Mentre il braccio di ferro tra Ue e Viminale prosegue sulla pelle dei migranti, le associazioni Libera, Pax Christi e Fondazione Migrantes esprimono la loro più ferma condanna per quanto sta accadendo nel porto di Catania, con la nave Diciotti ancora in attesa di un ordine che conceda lo sbarco dei naufraghi recuperati mercoledì scorso nel Mediterraneo: «Ben venga la ricerca di accordi vincolanti a livello continentale, ma intanto le persone si soccorrono e si accolgono. È questo il dovere della politica, ma è anche il compito di un popolo che ha dimostrato tante volte la sua vocazione all’ospitalità», scrivono don Luigi Ciotti, monsignor Giovanni Ricchiuti e don Gianni De Robertis in un comunicato congiunto.
«Ancora una volta ci troviamo a ribadire con forza che l’immigrazione non è reato, tanto più se è migrazione forzata, in fuga da povertà e guerre, separata da affetti e legami, alla ricerca di speranza e dignità. La situazione in cui versano le 177 persone imbarcate nella nave Diciotti, a cui viene impedito di mettere piede a terra, ci retrocede come tante altre vicende recenti e meno recenti, nel grado di civiltà e di umanità – si legge nella nota –. È giusto che l’Europa si faccia carico nel suo insieme di una tragedia che ha contribuito non poco a provocare, ma le inadempienze della politica non possono ricadere sulle spalle degli ultimi e degli indifesi, usati oggi come strumenti di ricatto per bassi giochi di potere. Quindi ben venga la ricerca di accordi vincolanti a livello continentale, ma intanto le persone si soccorrono e si accolgono. È questo il dovere della politica, ma è anche il compito di un popolo che ha dimostrato tante volte la sua vocazione all’ospitalità». (Avvenire)