lettera a Mara Carfagna

Cara Ministra,

sono una religiosa che, insieme a tante altre consorelle di altre Congregazioni, sparse in tutta Italia, vive il proprio mandato e la propria scelta di missione a fianco di giovani migranti, spesso incinte o con figli piccoli e a volte minorenni, vittime dell’infame traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale.

Insieme ad altre 4 consorelle, ho lasciato la ‘ricca’ terra vicentina, e da circa 13 anni sono in missione a Caserta, territorio allo sfascio e sempre più in ginocchio per il suo grave degrado ambientale, sociale e culturale. Territorio, quello casertano, dove sempre più ne viene oscurato il volto umano.

E’ amaro constatare che questo oscurantismo è stato ed è favorito dalla presenza di politici e amministratori inadeguati e poco sapienti. Persone alle quali poco interessa la ricerca del bene comune e della propria gente. Ma oserei dire che tale oscurantismo è stato e viene volutamente perseguito. In questo territorio si ha l’impressione, o meglio la certezza, che il degrado, i gravi disagi sociali, le continue emergenze rendano bene, molto bene economicamente, a coloro che sanno e possono spartirsi la ‘torta’, mentre i tanti mali che affliggono questa terra e i veri disagiati rimangono senza concrete risposte e senza un reale beneficio.

Tutto questo è davvero grave e inaccettabile!

In questo difficile e soffocante contesto territoriale anche la piaga dello sfruttamento sessuale, perpetrata a danno di tante giovani donne migranti, è assai evidente raggiungendo, a volte, punte di estrema ed efferata violenza nei confronti delle stesse donne, le vere vittime. Mi riferisco a quelle costrette con violenza fisica e psicologica a prostituirsi e non a quelle che sono nella condizione di scegliere di esercitare tale lavoro, se così possiamo dire, e verso le quali non c’è da parte mia e nostra nessun giudizio di condanna ma solo rispetto e amore.

In questi 13 anni di appassionato servizio quasi 300 donne, grazie al nostro centro Casa Rut, hanno trovato una possibilità di liberazione e di nuova speranza. E questo è stato possibile per l’efficacia dello strumento dell’ex art. 18 del Testo Unico e grazie alla significativa collaborazione, costruita negli anni, con la Questura e la Prefettura di Caserta, la Procura di S. Maria Capua Vetere e il Tribunale per i Minorenni di Napoli in sinergia con altre istituzioni e realtà presenti sul territorio, anche regionale e nazionale e non da ultimo con il costante sostegno della Chiesa casertana, nella persona del vescovo Mons. Raffaele Nogaro.

Sig.ra Ministra, penso possa immaginare, prima di tutto come donna e poi nel suo ruolo istituzionale, cosa significhi per noi donne e religiose lottare, soffrire, credere e sperare per loro e con loro, ‘donne altre’, perché, come dice l’evangelista Giovanni: “Tutti abbiano vita e questa in abbondanza” (Gv 10,10). E’ la forza del Vangelo che ci spinge, è la forza della vita che ci anima a donare vita.

Penso possa immaginare cosa significa, per un cuore di donna, vedere il sorriso affacciarsi timido e poi sicuro sul volto sfregiato di tante giovani donne, nostre sorelle, che hanno avuto l’unica sfortuna di nascere in una terra ricca ma ‘inospitale’, resa tale dalla depravazione che continuamente i paesi più ricchi e ‘colti’ continuano a perpetrare nei loro confronti (l’Africa in particolare). Una terra ‘inospitale’ che le ha obbligate ad intraprendere il viaggio della speranza diventato poi, anche sulle nostre terre, un viaggio verso l’inferno.

Credo, sig.ra Ministra, che la donna costretta a vendere il proprio corpo e che continua a subire violenze, sia da parte degli sfruttatori che da parte di una innumerevole schiera di uomini italiani, i quali faticano a ritrovare una loro identità maschile liberata da manie di onnipotenza e di potere, è una vittima e pertanto va aiutata e tutelata nei suoi diritti e non condannata .

Il Dio della vita, ‘pur senza fare preferenza di persone’, nel Suo rivelarsi è sempre stato inequivocabilmente dalla parte delle vittime e dei poveri, di tutte quelle persone senza diritti e che non contano. Sono certa che anche oggi il Dio della vita, il Dio di Gesù Cristo, è a fianco di queste giovani donne migranti costrette a vendere il proprio corpo sulle nostre strade e si aspetta da noi, istituzioni civili ed ecclesiali e singoli cittadini, scelte coerenti e non ipocrite, a favore della difesa dei più deboli e della vita.

Pertanto alla luce di quanto sopra esposto, come responsabile del centro Casa Rut, aderisco a quanto espresso nel comunicato del coordinamento delle associazioni nel quale viene manifestata “seria preoccupazione” e “fermo dissenso” al disegno di legge sulle “Misure contro la prostituzione” da Lei stessa presentato insieme ai Ministri Maroni e Alfano. Sottoscriviamo inoltre il documento “Prostituzione e Tratta, Diritti e cittadinanza – Le proposte di chi opera sul campo” inviato al Governo dallo stesso coordinamento delle associazioni e sottoscritto anche da enti e organizzazioni del servizio pubblico e del privato sociale.

Credendo di farLe cosa gradita allego il libro- testimonianza “Non più schiave- Casa Rut il coraggio di una comunità” scaturito da questi lunghi anni di impegno e che ha cercato di dare voce al grido di dignità di tante giovani donne, vittime di questa infame schiavitù.

Nella fiducia che questo nostro contributo, scaturito da anni di appassionato servizio in questo campo, possa trovare in Lei positivo riscontro, porgo, anche a nome delle mie consorelle, delle numerose giovani insieme ai tanti bambini che attualmente abitano Casa Rut e del folto gruppo di volontari che ci coaudiano, un cordiale saluto.

 

 

Caserta, 14 settembre 2008
La responsabile
Sr. Rita Giaretta

 Ps. La lettera è stata pubblicata anche dal settimanale ”Famiglia Cristiana” del 5 ottobre 2008. Il testo, con qualche opportuna modifica, è stato inviato anche ai Ministri Maroni e Alfano.

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